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Sodoma Gomorra

Ultimo Aggiornamento: 13/01/2009 18:40
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Città: ROMA
Sesso: Maschile
13/01/2009 18:40
 
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D.: Ho letto da qualche parte che il vero peccato degli abitanti di Sodoma e Gomorra non fu la corruzione sessuale, bensì la violazione del dovere di ospitalità, sacro presso le popolazioni di quei tempi e luoghi. In effetti, ho visto che una frase di Gesù nel Vangelo di Luca che collega la mancata accoglienza col peccato di quelle città: «Ma in qualunque città entriate, se non vi ricevono, uscite nelle strade di quella e dite: “Noi scuotiamo contro di voi la polvere stessa della vostra città che si è attaccata a noi; sappiate tuttavia questo, che il regno di Dio si è avvicinato a voi”. Io vi dico che in quel giorno Sodoma sarà trattata con più tolleranza di quella città». Che ne pensate? (Alessandra)


R.:
È vero che ci fu una grave trasgressione del dovuto rispetto verso gli ospiti quando gli angeli di Dio, sotto forma umana, giunsero a Sodoma. Già qui, però, dobbiamo notare che non si trattò tanto di una mancata accoglienza, quanto di un perverso tentativo, da parte di alcuni abitanti del posto, di approfittare sessualmente degli ospiti che erano stati accolti dalla famiglia di Lot. Ma, a parte questo, vediamo ciò che si dice di quelle due città nella Bibbia.
In Genesi 13:13 la Scrittura informa che la gente del posto era «grandemente depravata e peccatrice contro l’Eterno». La grande depravazione è senz’altro una caratterizzazione che va ben oltre il pur grave peccato di non essere ospitali.
Gli uomini di Sodoma, giovani e anziani, che si presentano a casa di Lot quando sanno degli ospiti che sono in casa sua, pretendono di “conoscerli”, ossia, secondo il linguaggio biblico, di avere rapporti sessuali (in questo caso: omosessuali) con loro (Genesi 18:4ss.): da qui nasce il termine “sodomia”. La stessa gravità della punizione di Dio (distruzione atroce e totale) aiuta a capire la profondità dei peccati della popolazione.
Molto spesso i profeti dell’Antico Testamento usano la simbologia di Sodoma e Gomorra per ammonire severamente Israele e anche le altre nazioni. Ad esempio, quando Mosè esorta gli ebrei a guardarsi bene da tutte la «abominazioni» delle popolazioni cananee (Deuteronomio 29:17.23.26), ricorda l’«ira» e il «furore» di Dio contro Sodoma e Gomorra (e dintorni) a causa dei peccati di idolatria («idoli di pietra, legno argento … servire altri dei … si sono prostrati davanti a loro…»). Anche il capitolo 32 dello stesso libro, al v. 32, si fa l’esempio di Sodoma e Gomorra in un contesto in cui si parla di una «generazione corrotta e perversa» (v. 5), di ingordigia e materialismo (v. 15), di idolatria (v. 16-17), insensatezza (v. 28), infedeltà (v. 51).
Il profeta Isaia usa più volte l’immagine di Sodoma e Gomorra: in Isaia 1:9-10 fa un paragone con un’Israele ove lo sviamento è completo e «non vi è nulla di sano» (vv. 4-6), tutto è iniquo e ripieno di sangue (vv. 13, 15) e non v’ alcuna giustizia (v. 17); ove, ancora, il peccato non solo viene commesso ma anche «messo in mostra», senza ritegno, proprio come a Sodoma (Isaia 3:9). Anche Babilonia, la città tirannica, crudele, depravata, idolatria, che nelle Sacre Scritture diventa simbolo delle potenze sataniche (cfr. Apocalisse 14:8, 16:19, capp. 17-18), farà la fine di Sodoma e Gomorra, per l’affinità che le lega (Isaia 13:19).
Geremia, nel cap. 23 del suo libro, dipinge un popolo d’Israele completamente sviato e prossimo alla distruzione (che avverrà proprio per opera dei babilonesi), a causa delle opere nefande che commette (adulteri, falsità, crimini), e dice: «Sono tutti come Sodoma, e i suoi abitanti come Gomorra (v. 14). Ancora Geremia, nel libro delle Lamentazioni, scrive, a punizione divina avvenuta, che lo splendore materiale, la ricchezza, i «cibi squisiti» non ci sono più, perché, come e peggio di Sodoma, gli ebrei hanno vissuto nei godimenti materiali e ora se ne vedono privati e «abbracciano il letamaio» (Lamentazioni 4:5-7).
Ezechiele usa il paragone quando denuncia le «abominazioni» d’Israele, la corruzione addirittura maggiore che consisteva nell’orgoglio, nella rottura dei legami familiari, nell’abbondanza di beni materiali, nell’«indolenza», nella mancanza di carità verso poveri e bisognosi, nell’altezzosità, nella malvagità (Ezechiele 16:44-50).
Amos cita Sodoma e Gomorra in un frangente in cui accusa il popolo di materialismo, malvagità verso i poveri, culto ipocrita, ostinazione (Amos 4:11-12; vedi tutti i vv. precedenti).

Sofonia, profetizzando il giudizio di Dio su molte nazioni (Israele compreso), parla di prevaricazioni, spudoratezza, oltraggi, sete di conquista, e adopera anche lui l’immagine di Sodoma e Gomorra (Sofonia 2:9; vedi i vv. precedenti e seguenti).
Nel Nuovo Testamento, Gesù, in Luca 17:26ss., annunciando la distruzione di Gerusalemme ad opera dei Romani, descrive gente che vive immersa nei propri affari, egoisticamente e totalmente noncurante dei valori e del giudizio di Dio, e che sarà improvvisamente colpita.
Il passo di Luca 10:11-12, poi, quello che abbiamo già visto, collegato alla mancata accoglienza degli inviati di Dio, vuole primariamente, essenzialmente ed enfaticamente rimarcare che non accettare il Vangelo – ultimo e supremo appello di Dio prima del Giudizio finale – è la massima colpa possibile, addirittura superiore a quelle di Sodoma e Gomorra.
L’apostolo Pietro, scrivendo degli angeli che corruppero la propria natura per immergersi nella sessualità umana, e della corruzione del mondo ai tempi di Noè, riprende il caso di Sodoma e Gomorra quale «esempio per coloro che in avvenire sarebbero vissuti empiamente» (solo Lot, dice, scampò, perché era sinceramente «oppresso dalla condotta immorale di quegli scellerati» (2 Pietro 2:4-8).
Lo scrittore sacro Giuda, fratello di Gesù, invitando a fare attenzione a falsi credenti e false dottrine, agli «empi che mutano la grazia del nostro Dio in immoralità e negano l’unico padrone e Dio», riporta alla mente i tempi di Noè e gli angeli ribelli, e afferma: «Proprio come Sodomia e Gomorra e le città vicine, che come loro si erano abbandonate alla fornicazione e si erano date a perversioni sessuali contro natura…» (Giuda 1:4ss.).
Infine, il cap. 11 dell’Apocalisse avverte che lo “spirito” di Sodoma e Gomorra rimane purtroppo sempre vivo in un mondo che si rallegra dell’eliminazione dei testimoni di Dio, e fra i simboli negativi presentati troviamo: l’Egitto, simbolo del peccato, dell’idolatria e della schiavitù, e Sodoma, per tutto ciò che abbiamo visto finora. Sono queste due immonde realtà spirituali che stanno alla base di un mondo che crocifigge Gesù (11:8).
Crediamo che i riferimenti dati, che spaziano nei secoli dai tempi di Abramo (1800 circa a.C.) ai tempi apostolici (I sec. d.C.) e oltre (tramite le profezie neotestamentarie), siano sufficienti per capire che non è possibile limitare la colpa di Sodoma e Gomorra ad un solo peccato, e tanto meno solo o principalmente a quello di violazione dell’ospitalità. La corruzione è totale, l’inversione dei valori di Dio è globale, dalle perversioni sessuali all’ingiustizia sociale, dal materialismo sfrenato all’idolatria, dalla violenza alla sfacciataggine, dalla sete di dominio alla presunzione, dalle false sicurezze alla volgarità, e via dicendo. Qualcosa che, come ci dice la Bibbia, ricorda molto da vicino il mondo in cui viviamo, tanto più quanto esso si avvicina alla fine.

da - la chiesa di Cristo

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