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Walt Whitman - Biografia

Ultimo Aggiornamento: 14/01/2009 21:08
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14/01/2009 21:06
 
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Walt Whitman


Nato nel 1819 a Long Island [New York] da una famiglia di origine
mista, olandese e nordamericana. Suo padre era carpentiere.
A undici anni lasciò gli studi per entrare come apprendista tipografo
in una stamperia. Nel 1838, a 19 anni, cambiò mestiere e si mise a
insegnare. Passò al giornalismo e nel 1841 era già direttore del
«Daily Eagle» di Brooklyn, amico di pittori e cantanti d'opera.
Nel 1848 per divergenze d'opinioni politiche lasciò il giornalismo
e fece il carpentiere. Cominciò a scrivere le "Foglie d'erba" che,
pubblicate nel 1855, non furono lette. Nel 1862, do po una visita
al fratello George ferito nella guerra civile, scoprì la vocazione
di infermiere: negli ultimi tre anni della guerra civile si prodigò
con straordinaria energia negli ospedali da campo. Negli anni
seguenti continuò a lavorare a nuove edizioni delle "Foglie d'erba".
Nonostante il consolidarsi della sua reputazione, anche in europa,
nel 1865 fu costretto a lasciare il suo impiego al ministero
dell'interno per lo scandalo suscitato dal linguaggio e dalle
metafore sessuali di alcune sue poesie. Continuò a lavorare a
impieghi governativi a Washington fino al 1873, quando, colpito
da una lieve paralisi, dovette rassegnarsi a una vita più ritirata.
Continuò a scrivere, lucidissimo, in prosa. Morì il 12 marzo 1892,
a Camden [New Jersey].

Whitman è stato autore di una sola raccolta di poesie, Foglie
d'erba (Leaves of grass), e di vari scritti in prosa, giornalistici
e polemici. Scrisse i suoi ricordi di guerra nel libro Giorni scelti
(Specimen days, 1882). Whitman è il maggior poeta nordamericano
precedente la guerra civile. Con un linguaggio composito e altamente
personale, compose un inno appassionato ("Foglie d'erba") alle
possibilità ideali dell'individuio e del mondo, celebrò la divinità
della natura umana e il miracolo della realtà quotidiana.

***

Di "Foglie d'erba", stampato a spese e per mano dell'autore nel 1855,
si vendettero allora solo 30 copie. I critici lo ignorarono. Solo
Emerson gli scrisse una lettera entusiasta, ma lo rimproverò poi
per averla resa pubblica. In quello stesso anno furono invece vendute
5 mila copie di Longfellow, mentre un mi lione di copie risulta
vendette il signor Thimoty Shy Arthur autore di storie edificanti
e di appelli contro l'uso degli alcoo lici. E' il caso di un poeta e
attivista visto dai contemporanei con fastidio e sospetto (tra l'altro
 era anche omosessuale), che si presentava fin dal frontespizio senza
cravatta e in tenuta da lavoratore: fu licenziato nel 1865 dal
ministero degli interni perché gli fu trovato nel cassetto una copia
del suo libro. Un fastidio e sospetto che perdurò a lungo: il suo
centenario della morte fu festeggiato in sordina nel suo paese, e
solo da una parte della critica accademica, pur restando le sue poesie
nelle antologie scolastiche. Più forte il successo di Whitman negli
ambienti, soprattutto socialisti, europei, e in autori "eccentrici"
come Allen Ginsberg o Henry Miller.

Di "Foglie d'erba" Whitman fece nel corso della sua esistenza dieci
edizioni, continuamente rinnovate e ampliate. La seconda già nel 1856,
la terza nel 1860 e comprendente Calamus e i Figli di Adam (Children
of Adam), la quarta nel 1867 con le poesie della guerra civile, Rulli
di tamburo (Drum taps) e l'elegia per la morte di Lincoln. L'ultima
nel 1892, anno della sua morte.

***

Whitman fu poeta dell'io. Celebre il suo Canto di me stesso (Song of
myself). Ma fu anche poeta della collettività, del presente e della
democrazia. Autore di una sola, anche se vastissima raccolta di
poesia, ha avuto un ruolo innovativo. Non solo per l'audacia dei
temi: l'esplodere dell'eros, la vita e la morte viste da vicino.
Ma anche per il modo con cui Whitman tratta questi temi. Come la
poesia contemporanea di Emily Dickinson, ma con tecniche formali e
linguistiche totalmente differenti, la sua poesia è profondamente
radicata nel pianeta nordamericano da cui ogni singola "foglia d'erba"
trae energia. Con straordinaria intensità, raggiunge un profondo
misticismo. La sua precisione elencatoria non è mai pura cronaca
né compiaciuta descrittività. Sia quando cantano un amore paganamente
puro, sia quando si affermano attoniti di fronte allo spettacolo della
 morte, sia quando tracciano figure di operai e di cocchieri in una
notte d'inverno (come in "Calamus"), o celebrano il progresso nella
vigorosa immagine della ferrovia, essi vanno oltre l'oggetto,
immergendolo in un campo di energia ritmica e psichica più vasto.

Autodidatta, educato ai princìpi della democrazia jeffersoniana, è
un illuminista con lo sguardo rivolto a terra, che abbraccia e canta
il 'sogno americano' ma deve affrontare la terribile esperienza della
 sanguinosa guerra civile. Un 'democratico' co stretto a abbandonare
il partito che ha tradito i suoi ideali e che trova nel repubblicano
Lincoln una risposta positiva, subito messa alla prova dall'assassinio
del presidente che aveva rista bilito l'unità della nazione. Cresciuto
 nell'età di Emerson e Thoreau, in un'america agraria che sotto i suoi
occhi diventa la terra dei Carnegie e dei Mellon, del capitalismo
rampante, e mette alla prova i suoi sogni egualitari.

***

Nelle sue prose - articoli di giornale, abbozzi di conferenze,
opuscoli, pagine di diario - è la testimonianza dolorosa della
corruzione incalzante e della crescente divaricazione tra ricchi e
poveri. Scrive agli inizi degli anni '70, per un conferenza mai
pronunciata, che il problema più grosso «non è la questione astratta
della democrazia ma quello della organizzazione economi ca e sociale,
 del trattamento dei lavoratori da parte dei datori di lavoro [...]
legato più o meno direttamente alla questione della povertà»; indica
«lo spettro pericoloso, per la pace, la salute, la sicurezza sociale
e il progresso, da lungo tempo noto ai governanti del vecchio mondo,
che sembra avvicinarsi sempre più al mondo nuovo per installarvisi»:
è lo spettro di «vaste messi di popolazioni povere, disperate,
scontente, nomadi, mise rabilmente pagate come quelle che abbiamo
viste affacciarsi in questi ultimi anni»; se ciò avverrà, «il nostro
esperimento re pubblicano, nonostante i suoi superficiali successi
sarà destina to a un doloroso fallimento». Nel 1871 nel saggio
"Democratic Vistas", porta alle ultime conseguenze la requisitoria
contro gli «infedeli all'America e ai suoi programmi». Denuncia «la
deprava zione della classe imprenditoriale [...] maggiore di quanto
non si potesse supporre», «la corruzione, la fraudolenza, la falsità
e la mala amministrazione» di tutti «i servizi pubblici nazionali,
statali e municipali» con l'inquinamento del sistema giudiziario e
le «ruberie rispettabili e non rispettabili e alla corruzione nelle
grandi città» dominate dal «l'onnivoro mondo moderno degli affari il
cui solo obiettivo, con qualsiasi mezzo, è il profitto economico».
Il suo vorrebbe essere «un programma di cultura», un progetto di
democrazia «non per una sola classe» ma per tutti, basato anche sulla
«perfetta eguaglianza delle donne» nel lavoro e «nelle decisioni
pratiche e politiche».

tratto da / www.gir o  divite. it/antenati/xixsec/-whitman.ht


 



 

                                                                            

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