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25/04/2011 17:05 | |
Va seguita con attenzione la vicenda di Massimo Ciancimino. Chi è? E’ il figlio di Vito Ciancimino, che da tre anni a questa parte, fa il pentito-non-pentito, cioè parla a rate alla Procura di Palermo, accusando tutto e tutti. Ha fatto anche lo show al festival del giornalismo a Perugia qualche giorno fa. Era il principale accusatore e testimone delle presunte trattative fra stato e mafia. Parlava delle contro richieste di Riina alle stragi, e delle lettere di Provenzano a Silvio Berlusconi, attraverso Marcello Dell’Utri, che sarebbe stato il tramite fra Berlusconi e la mafia, la quale mafia avrebbe chiesto di usare una delle reti televisive di Berlusconi (certo che ci vuole fantasia…..magari se gli lasciavano altro tempo per parlare avrebbe pure detto che la mafia non gradiva retequattro e preferiva italiauno, chissà…..). E’ in galera per calunnia e truffa pluriaggravata. Lo ha arrestato Ingroia, lo stesso magistrato che lo ha creduto e legittimato per anni (lo ha dovuto arrestare, di fronte all’evidenza di un falso), e soprattutto lo stesso magistrato che si può permettere il lusso, impunito, di comiziare in piazza contro Berlusconi. Questa storia va seguita. Da vedere, assolutamente, il video di Ferrara, di Radio Londra, di ieri, che spiega bene questa faccenda. E dopo aver sentito Ferrara, ricordiamoci questa puntata di Santoro. E poi leggiamo questo breve pezzo di spiegazioni da “Il Foglio“. Si chiama circuito mediatico-giudiziario, ed è pericoloso. E’ il meccanismo alla base di quel putiferio e quel gioco al massacro di cui dicevamo al punto due. Ne riparleremo.
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25/04/2011 17:08 | |
Radio Londra - 22 aprile
Il vergognoso caso Ingroia-Ciancimino-Santoro
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25/04/2011 17:11 | |
video.ilfoglio.it/radiolondra/preview/355
DA RADIO LONDRA IL COMMENTO DI G. FERRARA |
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25/04/2011 17:13 | |
www.youtube.com/watch?v=NTZIyTaQvV0
IL VIDEO DELLA PUNTATA DI SANTORO CON CIANCIMINO |
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25/04/2011 17:15 | |
DAL FOGLIO
22 aprile 2011
La trattativa copia e incolla
L’arresto di Ciancimino jr. e il crollo delle inchieste di Palermo
La polizia scientifica ha accertato che il documento che Massimo Ciancimino aveva consegnato alla procura palermitana a sostegno delle accuse al cosiddetto “quarto livello” dei funzionari collusi con la mafia è un falso, che il nome dell’ex capo della polizia Gianni De Gennaro era stato inserito con una specie di copia e incolla. Così, la procura ha dovuto ordinare il fermo di quello che aveva considerato il principale testimone della presunta trattativa tra mafia e stato. Di questa trattativa non c’è nessuna prova. Si sa che sono stati messi in atto vari tentativi da parte mafiosa, ma non c’è traccia né testimonianza attendibile che abbiano avuto un risultato.
Ciancimino, con le sue testimonianze a singhiozzo, era l’unico perno su cui ruotava un’inchiesta tanto eclatante quanto poco fondata. Ma adesso, circoscrivere al solo De Gennaro l’operazione di disinformazione messa in atto da Ciancimino, come si cercherà di fare, non ha senso. Perché mai Ciancimino avrebbe deciso di manomettere documenti proprio per accusare un uomo che ha una grande influenza nelle attività investigative della polizia? Forse pensava che un nome tanto altisonante avrebbe dato credibilità al suo teorema, ma proprio questo chiarisce che di quella costruzione non resta in piedi nulla. La procura palermitana, costretta ad arrestare il “suo” testimone, si vanta ora di essere assolutamente imparziale. Dovrebbe invece smetterla di delimitare la falla che si è aperta nella sua inchiesta e domandarsi se sia davvero il caso, a questo punto, di tenerla in piedi. E tutti dovrebbero farsi qualche nuova domanda sulle inchieste che si reggono solo sulle parole dei pentiti. |
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