| | | OFFLINE | Post: 688 | Sesso: Maschile | |
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11/02/2009 21:28 | |
Opera 5 Rabindranath Tagore Uccello prigioniero
L'uccello prigioniero nella gabbia, l'uccello libero nella foresta: quando venne il tempo s'incontrarono, questo era il decreto del destino. L'uccello libero grida al compagno: « Amore mio, voliarno nel bosco! » L'uccello prigioniero gli sussurra: « Vieni, viviamo entrambi nella gabbia ». Dice l'uccello libero.- « Tra sbarre, dove c'è spazio per stendere l'ali? » Ahimé », grida l'uccello nella gabbia, Non so dove appollaiarmi nel cielo ».
L'uccello libero grida: « Amore mio, canta le canzoni delle foreste ». L'uccello in gabbia dice: « Siedi al mio fianco, t'insegnerò il linguaggio dei sapienti ». L'uccello libero grida: « No, oh no! I canti non si possono insegnare ». L'uccello nella gabbia dice: « Ahimé, non conosco i canti delle foreste ».
Il loro amore è intenso e struggente, ma non possono mai volare assieme. Attraverso le sbarre della gabbia si guardano e si guardano, ma è vano il loro desiderio di conoscersi. Scuotono ansiosamente le ali e cantano: « Vieni vicino a me, amore mio! ». L'uccello libero grida: « E' impossibile, temo le porte chiuse della gabbia ». L'uccello in gabbia sussurra.- « Ahimé, le mie ali sono morte e impotenti ».
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